Scegliere tra font serif e sans serif è uno dei doveri per chi crea un sito web e la differenza non è subito percepibile per i non addetti ai lavori. Chiaro, chi opera come web designer da una vita sa bene cosa cambia tra questi caratteri ma c’è bisogno di occhio allenato. Non tanto per capire cosa cambia, ad esempio, tra Time New Romans e Arial o Verdana ma per utilizzare e scegliere il font giusto per un sito web.
Il tipo di carattere utilizzato per scrivere nasce con la stampa di Gutenberg e si evolve in direzioni differenti proprio per dare una caratteristica differente ai lavori svolti dalle famiglie di stampatori ed editori. Lo stesso devi fare tu quando prendi una decisione: meglio con o senza grazie? Scegliere tra font serif e sans serif non è facile, ecco una guida da seguire in queste occasioni così delicate e difficili da seguire per web master e designer.
Cosa sono le grazie nei font di stampa
Prima di capire qual è la differenza tra font serif e sans serif bisogna definire un punto: il concetto di grazia. Con questo termine intendiamo degli allungamenti con scopo decorativo che però in passato avevano un motivo pratico: per comprendere l’origine delle grazie (o serif) dobbiamo tornare indietro all’antica Roma.
Ovvero quando gli scalpellini dovevano gestire al meglio gli angoli delle lettere e trovavano soluzione in questi allungamenti. Oggi non c’è più motivo di ragionare in questo modo ma i font con grazie sono rimasti una costante nella scelta dei caratteri da utilizzare su stampa e sul web.
Soffermiamoci un attimo sull’origine dei nomi. Sai perché si chiamano font? Questo nome è collegato al sostantivo inglese che rimanda al concetto di fonditura del francese medievale che era sinonimo di fusione. Perché questa era l’operazione che permetteva di creare i caratteri mobili con il piombo.
Definizione di font serif (o con grazie)
Se consideriamo la definizione appena data di grazia, i font serif (denominati anche roman nei paesi a lingua inglese) sono i caratteri di stampa che fanno uso di questi allungamenti. L’aspetto interessante è che esistono molte famiglie di font ma principalmente tendiamo a dividerle in 4 gruppi: vecchio stile, transizionali, Didone (o moderno) e a grazie squadrate. Ognuna di queste categorizzazioni ha le due caratteristiche.
Esempio di scrittura serif – Fonte Wikipedia
Ad esempio, il vecchio stile ha un basso contrasto tra le linee mentre il Diodone è caratterizzato da una differenza marcata tra linee spesse e sottili ma anche da grazie molto delicate. Mentre l’ultima opzione va in direzione opposta: il serif è importante, quasi ingombrante. La scelta dipende sempre dal tipo di comunicazione, dal messaggio che vogliamo inviare, dai valori che contraddistinguono il nostro lavoro di scrittura.
Differenza tra font serif e sans serif
Ora, qual è il tratto che permette di fare la differenza tra caratteri con e senza grazie? L’assenza di questi elementi grafici che abbelliscono e allungano il typeface. I font san serif, come suggerisce il nome stesso, sono puliti e lineari: eliminano tutto ciò che riguarda la decorazione della lettera.
Si presentano nella loro essenza. Non a caso sono definiti bastoni. La diffusione dei font senza grazie si rileva soprattutto con al diffusione dei computer e della scrittura su editor digitali. Infatti, in queste condizioni e con la lettura su schermo, la presenza di questi elementi può essere un disturbo per la fruizione del contenuto. Comunque anche i font san serif si dividono per famiglie: grottesco, neo-grottesco, geometrico e umanista.
Poi ci sono incursioni creative che possono rivisitare e rivedere le regole. Come è avvenuto per il font senza grazie Gotham che fu scelto per la campagna presidenziale di Barack Obama. Dato il suo successo, per la seconda fu lo stesso presidente a chiedere delle modifiche trasformando questo sans serif in una via di mezzo. Quindi abbiamo un font con delle grazie geometriche, molto forti.
Meglio un font serif o sans serif?
Ora, trovate le differenze tra tra font serif e sans serif quale scegliamo? Meglio usare un carattere con o senza grazie? Il principio chiave: quest’ultimi sono tendenzialmente più leggibili. Soprattutto online. Se devi scegliere un carattere solo per la sua capacità di essere facile da scansionare su un pagina web conviene puntare sul sans serif. Ovvero i font bastoni che offrono un livello di pulizia e semplicità superiore sulla pagina web.
Però questa non è una regola ferrea e immutabile, un font sans serif non è per forza più leggibile di un serif. Ad esempio, il Dipartimento della salute degli Stati Uniti consiglia Times New Roman, Verdana, Arial, Tahoma, Helvetica e Calibri per i file PDF. Lo stesso può valere per una pagina web. Sono font essenziali, semplici e senza decorazioni ingombranti. Inoltre, di solito vengono installati automaticamente sui computer.
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Scegliere tra font serif e sans serif è uno dei doveri per chi crea un sito web e la differenza non è subito percepibile per i non addetti ai lavori. Chiaro, chi opera come web designer da una vita sa bene cosa cambia tra questi caratteri ma c’è bisogno di occhio allenato. Non tanto per
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